Il Football Virtual Coach costituisce un’assoluta novità nel panorama calcistico internazionale ed è uno strumento in linea con il piano strategico della FIFA per lo sviluppo del calcio, che il suo presidente, Gianni Infantino, ha recentemente reso noto al grande pubblico.
Il massimo dirigente della FIFA ha infatti esternato gli 11 punti fondamentali di “Vision 20-23” il suo manifesto ideologico studiato per rendere il calcio del futuro uno sport veramente globale. Tra i punti considerati imprescindibili per portare il pallone verso nuove frontiere, oltre a tematiche quali: la modernizzazione del quadro normativo, l’incremento della competitività globale e l’impatto del calcio sulla società, trova risonanza anche una rinnovata attenzione al ruolo della tecnologia, attraverso l’implementazione di nuovi strumenti finalizzati a migliorare l’esperienza dei fan e la qualità generale del gioco.
Un trend confermato anche dalle parole di alcuni grandi dirigenti italiani, primo tra tutti Andrea Agnelli: “Vogliamo poi esplorare il terreno delle nuove tecnologie, in particolare quello dell’intelligenza artificiale per capire come possa impattare sulle metodologie di allenamento e ho la massima fiducia in Nedved, Paratici, Marco Re e Giorgio Ricci cui è affidata la leadership organizzativa della Juventus”.
Non stupisce quindi la grande attenzione che i massimi rappresentanti del calcio nazionale e internazionale stanno dedicando al nostro progetto. La FIFA, in particolare, ha inviato Daniele Diana, Football Innovation Manager, ad assistere all’incontro tra Bologna e Udinese per osservarne le potenzialità in azione.
Diana ha voluto confrontarsi a fine partita con gli staff delle squadre per capirne la reale incidenza, registrando la richiesta di ulteriori sforzi per esplorarne le possibilità di customizzazione, come riportato dal bolognese Lamberti: “dobbiamo adattarlo al meglio al nostro modulo e sistema di gioco. Ci darà una grande mano”
Diana si è spinto oltre, sottolineando che: “la FIFA sta cercando qualcosa di semplice e intuitivo che tutti possano usare e questo prodotto fa davvero al caso nostro. Organizziamo molti tornei dalla breve durata e i mezzi del Virtual ci permetterebbero sia di fornire a tutte le squadre un tool avanzatissimo e di immediata comprensione, sia di essere personalizzato in relazione al numero di analisti di cui una grande squadra può disporre”
Tra le numerose squadre che sono rimaste piacevolmente colpite dal Virtual Coach e che ne stanno studiando tutte le possibili customizzazioni, è impossibile non citare proprio l’Udinese di mister Gotti. Il primo contatto con la società friulana è avvenuto con lo staff al gran completo e alla presenza anche del direttore sportivo Marino, che voleva toccare con mano le potenzialità del tablet.
In particolare il mister dei friulani si è detto interessatissimo a personalizzare il dato relativo alla capacità dei suoi attaccanti di difendere il pallone dalla pressione degli avversari in determinati momenti della partita e zone di campo, perché il suo gioco si appoggia sulla capacità di Okaka e Lasagna di proteggere la palla per far salire la squadra.
Durante la partita Bologna – Udinese, i bianconeri hanno potuto constatare l’accuratezza delle rilevazioni del Virtual Coach, che, intorno alla metà del primo tempo, segnalava come Stefano Okaka, fosse particolarmente attivo e come la sua disponibilità a giocare con i compagni potesse creare problemi alla retroguardia del Bologna.
Un alert, visibile nello screen in alto a destra, ha avvisato lo staff dell’aumento in tempo reale, incentivando la squadra ad intensificare il numero di palloni appoggiati verso l’attaccante.
Pochi istanti dopo l’Udinese ha sbloccato la partita, proprio con un colpo di testa di Okaka.
“Veramente impressionante” ha commentato l’accaduto in diretta Daniele Diana, Football Innovation Manager della FIFA.
Eppure la tendenza era stata anticipata dal rovescio della medaglia, un momento di calo da parte del Bologna, anch’esso segnalato tramite un alert, che ha permesso all’Udinese di aumentare la propria pericolosità.
In alto a sinistra si può vedere come al 24° minuto il tablet avesse segnalato il trend di una perdita di incisività offensiva da parte della squadra di casa, circostanza che ha innescato un maggior slancio offensivo da parte dell’Udinese.
La reazione del Bologna allo svantaggio è stata veemente. Come riportato dettagliatamente in questo screen la squadra di casa aveva speso quasi dieci minuti di tempo attivo in fase d’attacco e corso quasi 10 chilometri già al 32° minuto, mostrando una grande foga agonistica. I friulani, dal canto loro, pur avendo attaccato per il 30% in meno dei minuti e corso meno di 7 chilometri erano riusciti a segnare per primi.
Nonostante le differenze sopra riportate, infatti, la distanza dei metri corsi alla massima velocità era molto simile, un chiaro indicatore di come l’Udinese stesse riuscendo ad essere particolarmente incisiva e di come il Bologna necessitasse di qualche accorgimento, perché stava correndo un po’ a vuoto.
Parte dei correttivi potevano riguardare l’ampiezza della formazione bolognese, perché i dati, mostravano come, nella parte iniziale della partita l’Udinese giocasse con un’ampiezza del 10% superiore, incidendo molto sui chilometri percorsi dagli avversari in fase di non possesso e sulla loro conseguente lucidità.
Nel corso della partita, che si è poi conclusa con il risultato finale di 1 a 1, grazie al gol in extremis di Rodrigo Palacio, entrambi gli staff hanno fatto un ampio uso del tablet per annotarsi riflessioni tattiche e sfruttando la lavagna tattica per creare dei grafici da mostrare poi ai giocatori, cosa che il Bologna ha potuto fare anche durante l’intervallo, perchè ha portato lo strumento in spogliatoio.
Gli esempi dell’incidenza del Virtual sul risultato delle partite, già in questa fase pilota sono davvero numerosi, nonostante si tratti ancora di un momento di studio e di reciproca conoscenza tra gli staff e lo strumento.
Genoa – Lazio, del 23 febbraio scorso è stata tra le partite selezionate e ha offerto un gran numero di spunti interessanti, anche grazie all’ottimo momento delle due squadre, con la Lazio lanciata ai piani altissimi della classifica e il Genoa reduce dallo squillante 3 a 0 del Dall’Ara.
Genoa – Lazio ha visto i due mister partire con moduli speculari, 3-5-2, ma applicati con principi diversi. La Lazio cercava di ottenere la massima ampiezza possibile sugli esterni, per allargare le maglie dei genoani e consentire gli inserimenti dei centrocampisti o del quinto che si trova sul lato debole.
La tendenza, registrata immediatamente dal Virtual in tempo reale, è stata confermata dopo pochi istanti di gioco dal vantaggio, siglato da Marusic proprio con un taglio alle spalle della difesa.
L’incidenza numerica di queste dinamiche, è stata riportata immediatamente a Nicola, anche perché nel corso dei minuti si è accentuata.
Il parametro cerchiato in rosso infatti, mostra l’ampiezza nelle azioni pericolose, un dato molto rilevante in questo inizio di partita bianco-celeste.
Dato che ha rispecchiato perfettamente l’andamento del campo, poiché, oltre al gol erano proprio gli inserimento alle spalle dei difensori ha creare grossi pericoli alla retroguardia del genoa. Nel caso specifico della grafica, la retroguardia è stata costretta ad abbattere Lulic con un fallo da ammonizione.
Dopo il vantaggio laziale, il tablet segnalava anche un aumento dell’incidenza di Luis Alberto nella disponibilità a giocare la palla tra le linee.
Il Genoa ha quindi scelto immediatamente di invertire la posizione dei due centrocampisti centrali Schone e Behrami, il cui indicatore di performance suggeriva un aggiustamento per intasare le zolle preferite dal fantasista laziale.
Mister Nicola ha comunque deciso di cambiare modulo nella ripresa, passando ad una difesa a 4 grazie all’abbassamento dei due esterni sulla linea dei difensori.
La nuova posizione arretrata di Criscito e Cassata ha aumentato notevolmente la loro disponibilità a giocare il pallone con i compagni, alleggerendoli di un po’ di pressione.
Questo ha allargato la disposizione del Genoa, dando respiro alla manovra e generando un secondo tempo più “aperto” e spettacolare. Testimoniato dai 4 gol segnati, due per parte, e dalla standing ovation che i rossoblu hanno ricevuto dal proprio pubblico nonostante la sconfitta finale per 3 a 2.
A questi primi esempi di utilizzo pratico del Football Virtual Coach vanno poi aggiunti anche tutti i feedback ricevuti durante gli incontri avuti con gli analisti e con gli allenatori, che hanno evidenziato un interesse altissimo sullo strumento, soprattutto rispetto la grande adattabilità alle esigenze specifiche dello staff, aspetto su cui tutte le squadre insistono ad investire tempo e risorse.
La fase pilota serve appunto alla creazione di un dialogo tra lo strumento e lo staff, per creare un ponte tra le due entità che trasformi l’analisi numerica in tempo reale in un’importante risorsa per le scelte di campo.
Altrettanto affascinante, in questa prima fase di approccio al tablet, è il processo di “traduzione” tra le due lingue, quella del campo e quella dei dati, che sono entrambe strumento per raccontare una sola verità, quella dell’allenatore. Uno dei parametri più interessanti registrati dal tablet, per esempio, riguarda la disponibilità a ricevere un passaggio da parte di un calciatore, cioè quanto si metta al servizio della squadra, cercando di essere al centro del gioco.
I nostri ingegneri, per offrire agli staff una visione completa delle potenzialità di questa rilevazione, sono andati ad isolare delle clip video della partita, mettendo in relazione diretta il dato all’immagine e offrendone poi la comparazione agli staff.
Questa analisi comparativa tra numero scritto e video è stata oggetto della grande curiosità, tra gli altri, di mister Gasperini, il cui staff si è detto grandemente interessato anche all’analisi dei parametri fisici dei calciatori, e di mister Maran, che hanno potuto osservare con piacere la puntualità del dato registrato dal tablet, confrontato con l’immagine del campo in tempo reale, e ne hanno riconosciuto l’incredibile immediatezza.
“Questo è il futuro” hanno commentato in coro mister Nicola e mister Ancelotti, e non è difficile capirne il perché. Un’opinione condivisa da molti tra i professionisti che si occupano della data Analysis, da Fabrizio Preti (technology director della Roma), a Luca Trucchi, dell’Atalanta e Federico Cerasaro della Lazio.
La fase pilota prosegue, per offrire a tutte le squadre un primo contatto con le potenzialità dello strumento. Davide Gallo, dello staff di Antonio Conte, ha rivelato che: “era nei nostri piani provare a sviluppare qualcosa che lavorasse su questi dati, trovarli pronti, personalizzabili e chiavi in mano è un gran vantaggio.”
Altri segnali di fremente attesa sono stati registrati da praticamente tutti gli staff, dal Sassuolo alla Roma, dalla Sampdoria al Verona, che non aspettano altro che poter esplorare le potenzialità dello strumento il prima possibile.
La fase pilota, dunque, avanza spedita, registrando ottimi risultati e l’assoluta soddisfazione di chi ha già iniziato ad utilizzarlo. Il valore dei dati raccolti in maniera personalizzabile è tale da aver stimolato persino un interessante dialogo tra Maran, mister del Cagliari e Carli, il direttore sportivo dei sardi.
Maran si è detto impaziente di utilizzare il tablet per monitorare alcuni movimenti dei giocatori, partendo dalla sua idea particolare e unica di calcio, in modo da capire quali siano più adatti al suo modulo. Un algoritmo costruito sulle idee di Maran potrebbe consentirgli di affinare ulteriormente il suo modo di allenare, incrementando il suo impatto sulle dinamiche del campo.
“Quello che fa il mister con la maglia del Cagliari resta proprietà del Cagliari però!” ha risposto divertito Carli, aprendo una riflessione che spiega bene l’alta opinione che gli addetti ai lavori hanno sul Football Virtual Coach.
“Il mio modo di vedere il calcio è mio, non puoi mica darlo al prossimo allenatore del Cagliari” è stata la risposta, anch’essa divertita di Maran, che può già definirsi geloso delle sue personalizzazioni dello strumento.
Ci sono ancora degli step da fare per arrivare all’adozione completa e alla gestione autonoma da parte di tutte le squadre del Football Virtual Coach, ma i primi contatti sono assolutamente positivi, soprattutto, e questo è forse l’orgoglio più grande, nell’obiettivo di trasformarlo in uno strumento del quale ogni allenatore si sente pienamente proprietario.
È importante infine sottolineare con soddisfazione la robustezza dimostrata dallo strumento, che è stato capace di fornire sempre con puntualità i dati in real time, in un flusso costantemente aggiornato con successo sia in upload (dal sistema di videotracking) che in download. Il tutto integrandosi velocemente alle risorse preesistenti della Lega, dallo SportVu all’infrastruttura di Netco.